Europa interoperabile: i vantaggi per il trasporto

L’insieme di norme che renderanno l’Europa interoperabile favorirà lo scambio di dati attraverso le frontiere e affretterà la digitalizzazione del settore pubblico. Potrà così essere raggiunto uno degli obiettivi principali del decennio dell’UE, cioè la disponibilità online di tutti i servizi pubblici chiave entro il 2030.

Un mercato unico digitale funzionante non può prescindere dall’interoperabilità che serve a rendere più utili le caratteristiche digitali delle politiche pubbliche come la salute, la giustizia e i trasporti. I servizi pubblici digitali favoriranno i cittadini, le imprese e le pubbliche amministrazioni nello scambio transfrontaliero di dati, come il riconoscimento reciproco di diplomi, titoli di studio, qualifiche professionali, gli scambi di dati sui veicoli per la sicurezza stradale, l’accesso ai dati sanitari e sociali, lo scambio di informazioni in materia fiscale, doganale, accreditamento degli appalti pubblici, patenti di guida digitali, registri commerciali. La legge farà risparmiare 5 miliardi di euro ogni anno.

Le tappe

La legge sarà posta in essere attraverso una serie di misure fondamentali quali ad esempio l’istituzione di un gruppo costituito dai più alti operatori della pubblica amministrazione digitale degli stati membri e di un vasto insieme di membri della società civile quali esperti, accademici e attori locali per stabilire un’agenda comune per l’interoperabilità e un ecosistema in miglioramento di soluzioni comuni di interoperabilità.

Il secondo provvedimento fondamentale sarà l’introduzione di valutazioni obbligatorie dell’interoperabilità per poter costruire servizi pubblici “interoperabili fin dalla progettazione“.

Ciò aiuterà gli enti pubblici a esplorare e, se del caso, affrontare gli aspetti dell’interoperabilità transfrontaliera già nella fase di progettazione di nuovi servizi o strumenti. La Commissione fornirà gli orientamenti e il sostegno necessari.

 Lo sportello unico

Sarà istituito il portale “Europa interoperabile“, uno sportello unico per condividere e riutilizzare tra le pubbliche amministrazioni soluzioni di interoperabilità affidabili e di alta qualità.

I meccanismi di sostegno all’innovazione e alle politiche, tra cui formazione, spazi di sperimentazione normativa per la sperimentazione politica, GovTech pubblico-privato e progetti di sostegno all’attuazione delle politiche, saranno potenziati al fine di accrescere, sperimentare e sviluppare soluzioni.

Il regolamento dovrà essere adottato dagli enti pubblici, comprese le istituzioni e gli organismi dell’UE. L’attuazione della legge su un’Europa interoperabile sarà finanziata attraverso il programma Europa digitale (DIGITAL).

Il calendario definito nel regolamento stabilisce che la maggior parte delle disposizioni si applicherà entro 3 mesi dalla data di entrata in vigore.

In via eccezionale le istituzioni, gli organismi e le agenzie europei e gli enti pubblici compiranno valutazioni dell’interoperabilità a partire dal gennaio 2025.

Gli Stati membri nomineranno le autorità nazionali competenti 9 mesi dopo la data di entrata in vigore del regolamento, entro gennaio 2025.

Gli strumenti per l’interoperabilità

La Commissione Europea propugna l’interoperabilità tra le pubbliche amministrazioni mediante il quadro europeo di interoperabilità (QEI), un insieme di piani d’azione e programmi di finanziamento quali IDA, IDABC, ISA, ISA2 e ora DIGITAL.

Al fine di aiutare e sostenere gli Stati membri e le istituzioni, gli organismi e le agenzie europei nell’attuazione della politica di interoperabilità del settore pubblico, la Commissione ha formulato una serie di strumenti, quali il pacchetto di strumenti del QEI, il centro di sostegno SEMIC, la piattaforma JoinUp e l’Accademia per un’Europa interoperabile.

Accanto a queste, la Commissione ha anche creato un’iniziativa GovTech Incubator, mediante la quale i governi adottano tutti insieme le migliori soluzioni sviluppate dalle start-up e da altri governi in tutta l’UE.

In conclusione sia i cittadini che i Governi dell’UE hanno richiesto una maggiore cooperazione europea in materia di interoperabilità transfrontaliera.